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Abuso edilizio: avvisi bonari per mettersi in regola.

26 Giugno 2017

Scadenza in arrivo, avviso bonario spedito, sanzioni lievi per i ritardatari. Ma alla fine per chi non si metterà in regola scatterà anche la demolizione. Il Senato ha approvato le nuove regole contro l’abuso edilizio, che prevede appunto condono e demolizioni.

Ma per circa 10.000 immobili bergamaschi il tempo per mettersi in regola inizia a diventare stretto. Dall’Agenzia delle Entrate sono stati spediti i cosiddetti avvisi bonari: la nota di avvertimento in cui il fisco segnale ai proprietari bergamaschi che i loro fabbricati non risultano ancora dichiarati al Catasto.

La segnalazione, fra l’altro, è il risultato di un minuzioso lavoro di sovrapposizione tra la cartografia catastale e le foto aeree ad alta definizione messe a disposizione dall’Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura), e che ha permesso di individuare immobili non ancora presenti nel Catasto edilizio urbano. È vero comunque che si tratta per la gran parte di fabbricati rurali (e in prevalenza situati nelle zone alpine).

Le nuove regole

Ma il provvedimento viene considerato un po’ la base per la nuova disciplina che individua casistica, priorità e regole che il magistrato deve seguire per ordinare effettivamente le demolizioni d’immobili abusivi o non regolarizzati.

Il provvedimento, ormai in via di approvazione definitiva, precisa anche la parte sulle sanzioni. In caso di ritardi lievi nel mettersi in regola, e in particolare nell’effettuare gli adempimenti o il versamento delle imposte è possibile fare ricorso a una corsia privilegiata, il ravvedimento operoso sprint. Beneficiando di questa corsia del ravvedimento operoso si può anche ottenere una riduzione delle sanzioni fino a un sesto del minimo, che equivale a un importo compreso tra i 1.032 euro e gli 8.264 euro e un importo di 172 euro.

Per aderire al condono catastale bisogna rispondere all’avviso bonario che l’Agenzia delle Entrate sta inviando (in arrivo a Bergamo sono quasi 10.000, mentre sono 83mila in Lombardia e 800mila in tutta Italia) relativamente ai fabbricati fantasma ancora non dichiarati e mai tassati. Per beneficiare del ravvedimento operoso e della riduzione delle sanzioni sarà quindi necessario presentare l’atto di aggiornamento cartografico (Pregeo) e la dichiarazione di aggiornamento del catasto fabbricati (Docfa), predisposti da un professionista tecnico abilitato. Senza questa documentazione non sarà possibile accedere al ravvedimento operoso e verranno applicate le sanzioni previste dalla legge e all’accertamento in sostituzione del soggetto inadempiente, con oneri a suo carico.

L’infallibilità del Fisco

Il Fisco, si sa, spesso non si dimostra infallibile. E quindi eventuali inesattezze contenute nell’avviso bonario arrivato al proprietario possono essere comunicate all’Agenzia delle Entrate compilando il cosiddetto modello di segnalazione (che dovrebbe essere allegato all’avviso). Oppure ricorrendo al servizio online attivato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Intanto, l’aula di Palazzo Madama ha inserito solo lievi modifiche rispetto al testo che era stato approvato dalla Camera, per esempio, riducendo le risorse per la banca dati degli abusi edilizi (da 5 a 3 miliardi) e aggiornando quindi i riferimenti temporali al 2017.

Restano invece le critiche relative alle priorità che il magistrato deve seguire per ordinare una demolizione: i criteri che il magistrato deve seguire (quando le demolizioni non vengono eseguite dai Comuni), devono prendere in considerazione il livello di impatto ambientale, in particolare se gli immobili costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo archeologico o storico-artistico.

Altro criterio è il pericolo per la pubblica e privata incolumità, nell’ambito del necessario coordinamento con le autorità amministrative. Oppure, ancora, immobili che sono nella disponibilità di soggetti condannati per i reati di associazione mafiosa. Per ciascuna di queste categorie, comunque, il giudice darà la precedenza alla demolizione degli immobili che non sono ancora stati ultimati, e a quelli che non sono abitati.

L’elenco delle demolizioni

Il motivo per cui l’individuazione delle priorità rischia di trasformarsi in un condono per le opere che, pur abusive, siano ultimate o abitate, risiede anche nella scarsità delle risorse: 10 milioni di euro all’anno dal 2017 al 2020. Fatti i conti circa 130 case all’anno, secondo molti un numero troppo basso.

Fra le ulteriori novità delle misure previste dalla nuova legge, il dispositivo che impone entro il 31 dicembre di ogni anno alle amministrazioni statali e regionali preposte alla tutela di trasmettere al prefetto l’elenco delle demolizioni da eseguire, sulla base delle segnalazioni degli uffici comunali sulle opere non sanabili.

L’esecuzione degli ordini di demolizione è disposta dal prefetto, l’affidamento dei lavori avviene, anche con trattativa privata, ad imprese tecnicamente e finanziariamente idonee. È previsto che il prefetto può anche avvalersi delle strutture tecnico-operative del ministero della Difesa, sulla base di apposita convenzione.

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