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11 Gennaio 2016
E poi c’è stato il boom immobiliare: in pochi anni oltre 1.400 agenzie aperte sul territorio della provincia di Bergamo. “Altri tempi, altri momenti. Per esempio, ci si metteva d’accordo con una stretta di mano, bastava una pacca sulle spalle e le parole contavano molto più che uno scritto. Poi è arrivata la fase contrattualistica, i preliminari di compravendita, la forma giuridica al contratto immobiliare. E alla fine la Grande Crisi, il 2007. Otto anni che hanno stravolto il mercato immobiliare e congelato la voglia di comprare casa”.
Gianfederico Belotti, ripercorre così, scorrendo nel tempo pochi pensieri, una professione che per prima ha subito i contraccolpi di una congiuntura pesantissima. Agente immobiliare, titolare dell’agenzia “Area Immobiliare”, Belotti guarda avanti, a un mercato che sta tornando a dare i primi segnali di ripresa.
Anche le ultime stime sul settore elaborate dal portale on line specializzato nel settore, indicano che il 2016 decreterà l’uscita definitiva dalla crisi del mercato immobiliare. Torna la ripresa delle compravendite anche nei comuni medi e piccoli anche della provincia bergamasca.
Oggi, rispetto a quell’inizio del 2007, si è ancora sotto del 42% di volumi e – indicano le previsioni – la differenza non verrà colmata nemmeno nei prossimi cinque anni. Ma Belotti non si arrende. “Il mercato è cambiato moltissimo. Così come va detto che anche nella nostra professione la crisi ha selezionato i veri professionisti da chi non aveva alcuna preparazione, titolo e affidabilità. L’agente immobiliare – spiega Belotti – è una professione, regolata per legge, per svolgerla occorre un’abilitazione, richiede impegno e aggiornamento normativo e fiscale continui. E poi, è incompatibile con altre professioni che prevedono iscrizioni a ordini o albi”.
E’ un chiarimento importante questo che fa Belotti perché affidare la ricerca di una abitazione, spesso prima casa, e soprattutto affidare i soldi frutto di una vita di lavoro o che impegna una vita futura di lavoro a persone non qualificate è un rischio che non si può correre. “In questo la crisi ha avuto il merito di pulire tutto un sottobosco anche di illegalità della professione, di scremare il settore spingendo al tempo stesso le agenzie a ristrutturarsi, a riequilibrare le spese di gestione, i costi, a rivedere i servizi offerti”.
Ed è su quest’ultimo fronte che le nuove agenzie e gli agenti immobiliari hanno sviluppato una nuova professionalità, puntando su qualità del servizio, comunicazione multimediale del prodotto casa, consulenza su ogni aspetto – fiscale, giuridico, normativo – della compravendita.
“Per esempio, oggi non è più possibile lavorare senza lo strumento di internet – spiega Belotti -, la promozione, la pubblicità dell’immobile sul web è decisiva per far conoscere il prodotto e per incontrare il cliente. E’ un aspetto nuovo e innovativo della professione dell’agente immobiliare. Ma la nostra professionalità si manifesta nel saper selezionare le offerte, saper proporre l’immobile così come saper scegliere le richieste. E’ una nuova forma di marketing, che ha stravolto – raccolta Belotti – il vecchio rapporto di esclusiva e ad personam fra l’agente e il cliente. Oggi questo approccio è superato, ma l’agente immobiliare ha sviluppato un livello superiore di fiducia con il cliente basato su nuovi servizi, sulla conoscenza del mercato e delle relazioni e la garanzia di professionalità”.
Per tutto questo l’agente immobiliare è cambiato profondamente, è diventato un piccolo imprenditore che mette in relazione due parti – chi compra e chi vende - lungo nuovi parametri. Punti che Belotti non esita a indicare in almeno quattro peculiarità. La prima, l’agente immobiliare certifica l’immobile: significa che attesta la proprietà dell’immobile e documenta la reale situazione sui titoli di proprietà e di provenienza dell’immobile, per esempio l’esistenza di un diritto di usufrutto. “Anche perché l’incarico che riceve – sottolinea Belotti - deve essere dato e firmato da tutti i proprietari, quindi bisogna sapere chi sono e quanti sono. Senza tutte queste documentazioni certificate nessun agente immobiliare darà mai inizio a una compravendita”.
Il secondo criterio è un valore aggiunto che qualifica l’agente immobiliare. L’essere dotato i sistemi informativi per garantire ogni documentazione dell’immobile, dalla visura catastale, all’attestato energetico fino alla situazione ipotecaria (se esistono mutui in corso da pagare, per esempio.
Ma esiste anche un terzo livello di documentazione da saper produrre. “Ogni agente immobiliare deve essere in grado di certificare la conformità o meno dell’immobile – spiega Belotti – fa lo stato reale dell’immobile e la planimetria catastale: un muretto, una scala di collegamento con il box, una taverna comparsa, per esempio, sono tutte situazioni che se in difformità dalle carte vanno sanate prima della vendita. Sono i classici casi che un agente improvvisato o abusivo non è in grado di denunciare ma che poi fa pagare al nuovo proprietario quando la casa è già stata acquistata.
E per evitare proprio questo tipo di incidenti, ecco l’ultimo principio da osservare: la superficie complessiva dell’immobile e le singole misure dei locali vanno sempre certificate con nuove misurazioni. “Non si capisce mai se sono mq lordi o netti dai muri divisori. Tutti hanno la tendenza ad allargare il proprio appartamento. Dicono che sono 100 mq, poi invece scopri dalle piante catastali che non si arriva a 80. Serietà professionale impone sempre – spiega Belotti – di misurare la reale grandezza di un appartamento o di un immobile”.
La figura dell’agente immobiliare oggi deve essere tutto questo. E forse in un mercato in forte cambiamento, ancora non basta. “Un dato però è certo – sottolinea Belotti -: è sempre più premiata la professionalità, la capacità di offrire qualità nella consulenza e nei servizi del sapere immobiliare. Questo significa diritto, fisco, giurisprudenza, ma soprattutto vuol dire avere una visione culturale della professione. Significa avere come priorità l’aggiornamento e la formazione professionale continui. Se ogni agente continua a svolgere la propria professione secondo questi criteri di aggiornamento – conclude Belotti – questa professione non morirà mai. Ci sarà sempre bisogno di un professionista in grado di cogliere i mutamenti del mercato, di anticiparli e di orientare il cliente. E se è vero, come è vero, che ormai l’80% degli italiani sono già proprietari di casa, il desiderio e l’ambizione di migliorare sempre la propria condizione non verranno mai meno”.
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