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Casa Bio: materiali innovativi per risparmiare

10 Febbraio 2016

Non finirà nella lista delle tredici case più belle del 2016 e forse neppure fra le cento del secolo nuovo come quella realizzata dall’architetto Usa, Frank Wright. Ma un appartamento magari al quarto o quinto piano di un palazzo cittadino costruito o ristrutturato “secondo Natura” segna una svolta anche nel proprio stile di vita.

Già, perché come esistono prodotti e spesa “bio”, allo stesso modo oggi materiali come canapa e paglia, intonaci in terra, pavimenti in coccio, o anche finiture in argilla fino a sfoderare impianti elettrici che azzerano i campi magnetici sono solo alcuni dei tratti e criteri distintivi che fanno dell’abitazione una casa bio.

L’edilizia sostenibile è il nuovo, ma che sempre più avanza. I dati dimostrano infatti che il bio-naturale nelle abitazioni non sta conoscendo crisi, nonostante l’ancora difficile trend di mercato. E suscita interesse non più solo fra architetti, imprese, operatori e investitori, ma piace ed è sempre più ricercato soprattutto fra i nuovi clienti, fra chi ha deciso di tornare a cercare casa per acquistarla o è orientato a metter mano alla propria abitazione per ristrutturarla, ricorrendo a materiali e tecnologie naturali e fortemente innovativi, per ridurre gli sprechi, limitare l’impatto ambientale.

Una delle ultime ricerche del Politecnico di Milano, a proposito di materiali innovativi, ha messo in evidenza per esempio che utilizzare una miscela isolante e traspirante fatta di calce e canapulo, già famosa oggi come natural beton, non solo sostituisce materiali non naturali con altri eco-sostenibili per la casa (e quindi anche più facilmente smaltibili), ma è in grado di sottrarre 60 chilogrammi di Co2, anidride carbonica, a metro cubo nell’aria intorno all’abitazione: gli stessi effetti di abitare su un albero, ma dentro una casa che respira e fa respirare.

Gli obiettivi della bioedilizia, infatti puntano prevalentemente sulla riduzione dei consumi da fonti rinnovabili di energia e di conseguenza dei costi di gestione dell’abitazione, oltre a garantire come beneficio un abbattimento di emissioni di Co2.

E, infatti, il dato che più emerge dal confronto fra casa tradizionale e bio-casa sta proprio tutto lì, in quel risparmio portato fra i 14 e i 29 kwh al metro quadrato all’anno che significa un taglio fra il 70 e l’80% dei consumi energetici.

Su un campione di 3.500 bio case è stato calcolato che le minori emissioni su base annua, se comparate con quelle prodotte applicando i parametri delle normative vigenti nei vari periodi, sono stimate in 2.784 tonnellate di anidride carbonica.

Ogni tonnellata di Co2 richiede 100 alberi per essere eliminata, questo significa che le 2.784 tonnellate di minori emissioni annue equivalgono all’azione di 278.400 alberi. Ma spesso, così come per la bio-spesa, il sospetto è che fare una bio-casa costi molto di più di una tradizionale. In realtà la differenza si sente, ma non troppo. Soprattutto nel medio periodo, quando costi e spese rientrano nel bilancio familiare sotto forma di forte risparmio.

In ogni caso, inoltre, la differenza di prezzo, al momento resta ancorata al mercato, dove la domanda e l’offerta è ancora fortemente sbilanciata a favore dell’alta disponibilità di abitazioni.

Un semplice esempio di confronto fra costi di un’abitazione secondo l’edilizia tradizionale e una secondo criteri bio, mette in evidenza lo scarto in termini di costi. Ma è un puro paragone di prezzi di listino (sulla base del tariffario predisposto dalle Camere di Commercio con le categorie e organismi del territorio) per realizzare interventi edili.

Nulla è compreso e calcolato invece in termini di benefici e risparmi anche solo nell’immediato o breve periodo. E già questo valore fa una grande prima differenza.

Già, perché di differenza ne spunta un’altra, un ulteriore fattore di interesse che va oltre i risparmi pressoché immediati sui costi di gestione: nel perdurare del tempo, infatti, la bio-casa determina una rivalutazione del bene immobiliare calcolato fra il 12 e il 22%, in relazione alla classe energetica e al prezzo dell’unità abitativa. Saranno definite anche case passive, ma in quanto a ricadute economiche, di impatto ambientale e sostenibilità e di comfort abitativo i vantaggi si rivelano molto dettagliati e estremamente dinamici.

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