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01 Marzo 2016
Siamo in piena rivoluzione della casa. In realtà è la seconda volta, ma questo nuovo momento è sicuramente quello definitivo. La casa diventa sempre più habitat naturale, e sempre più ad altissime prestazioni energetiche: risparmio nei consumi e zero spreco di energia, gas ed elettricità. E altissimo comfort.
E’ la casa a consumi quasi zero. In Lombardia è un obbligo progettare, costruire e ristrutturare secondo questi nuovi parametri e criteri di efficienza. Già, perché se ci sarà effettivamente la nuova rivoluzione dell’intera filiera del costruire, questa trasformazione è destinata a lasciare importante segni nel mercato immobiliare e, soprattutto, del costruire futuro.
Ma è anche la Regione che, unica, ha anticipato di cinque anni il termine fissato dall’Unione europea per adottare tecnologie costruttive e impiantistiche per un nuovo costruire più efficiente. Così dal primo gennaio 2016 per costruttori, imprese, progettisti e privati cittadini c’è stato il nuovo salto in avanti per costruire una casa nuova o ristrutturare un edificio.
L’approccio al costruire è stato letteralmente ribaltato rispetto a quanto fatto e incentivato finora: non più costruire solo sfruttando le energie rinnovabili e gli impianti tecnologici per tagliare costi e garantire un risparmio in bolletta. Ma soprattutto progettare e costruire case a bassissimo livello di consumo, meglio se nessuno.
Nel caso, quel poco di fabbisogno energetico, dovrà essere coperto con energia verde. Pochissima energia, ma molto comfort e qualità dell’abitare. Ma l’aver anticipato questo termine, per una volta almeno, non coglierà il settore di sorpresa. Anzi. In questi anni la filiera delle costruzioni ha messo a punto un efficace modello di edificio o di singolo appartamento ad alte prestazioni energetiche. Materiali, tecnologie, tecniche di costruzioni sono ormai sistemi innovativi acquisiti. La vera novità di questa nuova e prossima fase, piuttosto, che sancisce il salto verso l’edificio a consumo quasi zero, riguarderà principalmente le scelte progettuali e quindi i professionisti della progettazione. Ogni scelta dovrà infatti massimizzare la capacità di isolare l’edificio sotto il profilo termico, per garantire il minor fabbisogno possibile, sia in inverno sia in estate.
Scelte che quindi oggi dovranno valorizzare i risultati di questi ultimi anni della ricerca della filiera del costruire (alimentata anche dalla spinta degli incentivi fiscali e degli eco-bonus), materiali in prima linea, e ancor prima progettare e immaginare un edificio che fosse in grado di consumare davvero poco e quel poco deve essere prodotto da fonti rinnovabili, favorendo anche gli aspetti bioclimatici (per esempio, l’uso della vegetazione per cerare ombra piuttosto che il migliore utilizzo della ventilazione naturale degli ambienti).
Le regole sono già in vigore sia con decreti nazionali (è già operativo anche il nuovo attestato di prestazione energetica), sia con normative regionali: tutte comunque si basano su requisiti e criteri ancora migliori che nel passato. E sono riferiti sia alle strutture dell’edificio sia agli impianti termici o elettrici, per il caldo e il freddo. Le fonti rinnovabili e tutta l’energia prodotta da quest’ultime dovrà essere usata solo per coprire quel minimo di fabbisogno che l’edificio non riesce ancora a coprire autonomamente.
È questo il fulcro della casa a consumo quasi zero. Da cui discende anche il concetto di “energia da fonte rinnovabile esportata”, cioè quella energia prodotta nell’edificio, ma non direttamente consumata e quindi immessa nella rete pubblica. Questa energia non concorre però a dare la patente di edificio a consumo zero. Le nuove norme lo considerano piuttosto un limite. Infatti viene introdotto il concetto di “edificio di riferimento”, per definire una casa “tipo”, molto simile a quella che si sta progettando e con la quale si dovrà confrontare per verificare il suo rispetto dei nuovi requisiti di legge. E’ inutile andare oltre quel vincoli, avere impianti capaci di produrre prestazioni superiori ai propri fabbisogni energetici. Anche questo è uno spreco.
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