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11 Aprile 2016
E’ un nuovo passo – forse anche un balzo decisivo - verso l’internet delle cose come sistema dominante di comunicazione, a cominciare da dentro la propria casa.
Ma è soprattutto questa la nuova sfida che attende l’edilizia. E’ l’avvento dell’era della domotica dentro le abitazioni e, più in generale, dentro gli immobili: la possibilità di connettere gli oggetti, i dispositivi, ogni tipologia di device sfruttando la diffusione delle infrastrutture come la banda larga o ultralarga. Il problema finora era proprio questo: la carenza o la mancanza totale delle infrastrutture dove far passare i cavi e le linee della fibra ottica.
E nonostante l’obbligo – in vigore dallo scorso luglio 2015 - di predisporre questi punti d’accesso nelle nuove abitazioni o nei nuovi edifici, ora un decreto legislativo appena pubblicato e in vigore da qualche giorno estende questa possibilità anche agli edifici esistenti. Con una importante novità: il via libera definitivo all’installazione della fibra ottica in infrastrutture esistenti, comprende anche i condomini.
Il decreto attua infatti una direttiva europea – la n. 2014/61 -, che in questo modo introduce nuove misure per ridurre i costi dell’installazione di reti di comunicazione elettronica ad alta velocità, promuovendo l’uso delle infrastrutture esistenti proprio per far passare le reti.
Ed è in questo passaggio che emerge il risvolto importante anche per gli operatori della filiera edile e un’opportunità di investimento per i proprietari di appartamenti inseriti in un condominio: l’articolo 8 del decreto spiega infatti nel parlare di “infrastrutturazione fisica interna all'edificio” che i proprietari di unità immobiliari già cablate, o il condominio predisposto, hanno il diritto e l’obbligo di consentire l’accesso agli operatori di rete. E stabilisce che se “un condominio, anche di edifici esistenti, realizza da sé un impianto multiservizio in fibra ottica e un punto di accesso in conformità, deve soddisfare tutte le richieste di accesso presentate dagli operatori di rete, secondo termini e condizioni eque e non discriminatorie, anche con riguardo al prezzo”.
In questo modo, infatti, mettendo a disposizione scatole e tubi dove le società faranno passare i propri cavi per realizzare i collegamenti fino a ciascun appartamento, i singoli proprietari di questi appartamenti o l’intero condominio avranno la possibilità di investire e guadagnare dalla fibra ottica.
Tutti i condomini, infatti, ora possono rientrare in questa opportunità, compresa la possibilità di farsi riconoscere un compenso o un feed da parte delle società che sfrutteranno quelle infrastrutture. L’opportunità, per il mondo dell’edilizia, ma anche per i proprietari, è verificare dove ancora queste infrastrutture per far transitare le reti ancora non esistono, e per i condomini realizzare la possibilità con un minimo investimento spazi attrezzati per posare tubi, scatole, spazi installativi fino ad arrivare anche allo stesso impianto in fibra ottica pronto all’uso.
Il nuovo provvedimento, alla fine, consentirà anche di abbattere quel digital divide che ancora esiste soprattutto fra comune e comune, contribuendo a svecchiare i comportamenti non esattamente virtuosi dei nostri territori in ambito “broadband”.
La leva positiva di questa operazione è l’abbattimento dei costi delle operazioni di posa, scavo o installazione, meno intoppi burocratici e una serie di facilitazioni per l’accesso alle proprietà pubbliche o private da parte degli operatori di telecomunicazioni. In più, con questo provvedimento vengono assimilate le infrastrutture di telecomunicazione a opere di urbanizzazione primaria, riconosce finalmente il valore di pubblica utilità alle reti a banda larga e ultra larga, fisse e mobili. In questo modo l’infrastrutturazione digitale del Paese viene sottratta alla possibilità di essere gravata di oneri e balzelli locali non dovuti, mentre vengono semplificate sostanzialmente le procedure burocratiche per la sua realizzazione.
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