Comprare casa come investimento: ecco i dati
In Lombardia il 95,9% dei mutui viene erogato con la sola finalità di acquisto di una casa, al secondo posto …
11 Aprile 2016
L’erogazione di credito e, soprattutto, l’ulteriore allentamento dei criteri per l’accesso al credito restano le variabili decisive e cruciali per la riconferma e lo stesso consolidamento della ripresa del mercato immobiliare.
Dagli operatori arriva infatti un monito decisivo in questo senso, quasi un avvertimento: vietato abbassare la guardia nonostante i tassi ai minimi storici e la crescita dinamica delle compravendite. Anche se, di contralto, gli esperti del settore avvisano: i dati pur fortemente positivi sulle erogazioni di credito nell’ultimo anno, non devono trarre in inganno: il boom sottolineato da un +61,6% su base annua, è pesantemente condizionata dalle surroghe, “che solo una lettura superficiale o interessata tende a sottodimensionare se non addirittura ad omettere.
Resta di fatto un altro importante segnale: la maggior possibilità di accesso ai mutui con prezzi immobiliari in calo hanno decisamente spostato verso il basso o significativamente ridotto la quota di mercato occupata dagli affitti. Proprio nelle città capoluogo di provincia come Bergamo, infatti, l’ultima rilevazione ha registrato come la domanda di affitti sia scesa dal 60% del 2014 al 51% del 2015. Lo stesso trend si rileva per i canoni di locazione, con una frenata delle contrazioni: -1,4% contro il -2,1% del 2014, su livelli molto simili a quelli registrati nei grandi centri.
Complessivamente, invece, il calo dei valori dei canoni d’affitto tra il 2008 e il 2015 è stata del 16,3%, a fronte però di un aumento di quasi il 60% tra il 1997 e il 2008. Le difficoltà di accesso al mercato dell’acquisto da parte di fasce di popolazione più colpite dalla crisi – si legge nell’ultimo Report di Nomisma – assieme al desiderio di emancipazione e mobilità dei nuclei più giovani, ha imposto il trasferimento di parte della domanda verso la locazione. Ma, mentre nel 2013 e nel 2014 a questa componente si aggiungeva quella impossibilitata ad accedere alla proprietà per la selettività del credito, nel 2015 si è verificato un nuovo riposizionamento a favore dell’acquisto». Per quel che riguarda il tipo di contratti, Nomisma conferma la maggiore diffusione nell’ultimo biennio del canone concordato, favorito dalla cedolare secca al 10% introdotta a marzo 2014 (fino al 2017) e dagli aggiornamenti di alcuni accordi territoriali, «che hanno consentito di rendere più concorrenziale questa forma contrattuale rispetto al canone libero».
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