Mutui a tasso fisso: prospettiva di nuovi rincari | Chicercacasa.it
Prec    Succ

Mutui a tasso fisso: prospettiva di nuovi rincari

24 Gennaio 2017

Tira un altro vento sui mercati finanziari. E piano piano arriverà a coinvolgere anche le condizioni che oggi, ancora favorevoli, interessano i prestiti ipotecari e i mutui.

Il primo lieve spiffero di questo cambiamento arriva proprio da quel palazzo in cui ha sede la Banca centrale europea, la Bce, la stessa istituzione cioè che si era resa responsabile di una nuova aria più che favorevole e che ha iniziato a soffiare con il varo della manovra finanziaria denominata “Qe”, Quantitive Easing, vale a dire la quantità di titoli di Stato che la Bce ha deciso di acquistare per immettere liquidità sul mercato: quello appena chiuso, infatti, è stato l’ultimo anno in cui l’istituzione guidata da Mario Draghi ha messo in cantiere di spendere 80 miliardi di euro al mese e da questo 2017 lo stanziamento è stato ridotto a 60 miliardi di euro al mese.

Che cosa significa tutto questo per il mercato immobiliare? Per il mattone, finora sono tre i motivi che hanno costantemente dato nuova spinta alla ripartenza di questo mercato. Il primo, indubbiamente, i prezzi in calo, scesi fino a toccare anche il 30% rispetto a otto-dieci anni fa. Il secondo fattore riguarda le banche e la crescente offerta di mutui a condizioni molto competitive.

L’ultimo, dal quale invece dobbiamo aspettarci i veri cambiamenti, riguarda l’andamento dei tassi d’interesse.

Ed è su quest’ultimo fattore che conviene di più concentrarsi. Analizzando quello che sta succedendo. Primo dato: se il tasso Euribor, al quale sono legati i mutui a tasso variabile, resterà probabilmente sui livelli attuali ancora per un paio di anni, l’Eurirs a dieci anni, indice dal quale invece, dipendono i mutui a tasso fisso, ha già cominciato una lenta risalita guadagnando dallo scorso luglio ad oggi oltre 40 punti base. Ed è qui che entra in gioco la Bce: questa risalita, infatti, potrebbe proseguire a causa di vari fattori finanziari, tra cui anche la riduzione a 60 miliardi dell’importo mensile del Quantitative Easing.

Questo significa che da quest’anno quindi non esiste un maggiore incentivo ad acquistare titoli a breve scadenza (non più a due anni, ma anche ad un anno) a scapito di quelli a scadenze più lunghe, il che va a impattare sul livello del tasso Eurirs.

Per ultimo, bisogna tenere in considerazione quanto è già successo negli Usa, dove la Fed, l’equivalente americana della nostra banca centrale, ha appena ritoccato al rialzo il costo del denaro. Una decisione che, probabilmente anche a breve termine, avrà un riflesso anche in Europa. Anche se con qualche ritardo. Questo quindi è lo scenario.

E la domanda più immediata è una sola: sta finendo la convenienza per chi intende sottoscrivere mutui a tasso fisso con la certezza di cogliere il momento più favorevole?

Verrebbe da rispondere con un sì, il vento da questo gennaio potrebbe cambiare effettivamente, e il segnale più visto potrebbe proprio essere quello di un ritocco al rialzo degli spread bancari. Il segnale che si vada in questa direzione (e che il mercato sembra averlo già in un certo senso fiutato), è la frenata della corsa verso i mutui surroga: a che pro infatti cambiare il proprio mutuo con un altro se le rate diventano più care?

Nel secondo semestre 2016, infatti, c’è stato un vero e proprio crollo, con un calo del 19,8%, dopo aver rappresentato per anni il pilastro su cui si reggeva la domanda di mutui. Insomma, anche questo è un altro fenomeno che sta interrompendo quell’affezione degli italiani verso i mutui a tasso fisso.

ARTICOLICORRELATI

Comprare casa: il giusto prezzo per nuovi st…

La casa tra innovazione e trasformazione. Ma la casa, oggi, anche al centro di nuovi desideri, di nuovi stili …

Continua a leggere

Come richiedere una modificare dei valori ca…

Catasto, rendita catastale, fisco e mercato. Quattro parametri che fra loro non sono mai andati d’accordo. O …

Continua a leggere

chicercacasa
quilatrova