Arredare casa: il floreale torna di moda
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12 Giugno 2015
Capita spesso, ormai, di intravedere bagliori sui tetti delle case: nessuno più si stupisce, perché è risaputo che si tratta di pannelli solari per la produzione di energia elettrica.
L’argomento è caldo, in quanto nel tempo si sono succeduti vari dibattiti a proposito del fatto che sia un sistema conveniente oppure no.
Al giorno d’oggi però possono ritenersi fugati anche i dubbi dei più scettici: i vantaggi sono riconosciuti e vanno dall’assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante, all’estrema affidabilità che garantisce il funzionamento dei pannelli per vent’anni, ai costi di manutenzione ridotti al minimo.
Apriamo subito una parentesi a proposito dell’impianto solare termico, che si differenzia da quello fotovoltaico, in quanto ha lo scopo di catturare l’energia solare, trasformarla in energia termica e utilizzarla soprattutto per riscaldare l’acqua corrente in alternativa alle caldaie. La tecnologia fotovoltaica invece converte direttamente l’energia solare in energia elettrica.
Partiamo dalle basi e cerchiamo di capire come funziona un impianto fotovoltaico. In maniera molto schematica possiamo dire che è composto da pannelli solari, formati dall’unione di più celle solari, da un inverter, il cuore dell’impianto, che trasforma la corrente continua in corrente alternata, dal telaio di sostegno ai moduli, dal contatore del Gestore dei Servizi Energetici, che calcola la quantità di energia elettrica prodotta dall’impianto e immessa nella rete pubblica e dai vari quadri elettrici, cavi di collegamento e locali tecnici per l’alloggiamento delle apparecchiature.
A questo punto va precisato che esistono due tipi di impianti: quelli a isola accumulano l’energia tramite batterie, quelli in rete utilizzano invece il già citato inverter, che commuta la corrente continua prodotta in corrente alternata.
Nel luglio del 2013 è terminata l’applicazione del Quinto Conto Energia, la regolamentazione ad hoc creata dallo Stato, ma è in fase di studio un nuovo sistema d’incentivi al fotovoltaico. Bisogna inoltre ricordare che nel 2015 chi installa un impianto domestico gode ancora dei benefici fiscali e avrà quindi le detrazioni fiscali Irpef sul 50% della spesa: in questo modo si dimezzano sia il costo dell’installazione sia il tempo di ammortamento dell’impianto.
Il risparmio più grande si avrà comunque sulla bolletta, attraverso l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia pulita e grazie alla cessione del surplus di elettricità alla rete pubblica, tramite il meccanismo dello scambio sul posto.
Semplificando, si può dire che questo meccanismo permette di farsi rimborsare parte della quota pagata nella bolletta per i prelievi effettuati dalla rete: il rimborso avviene però “nei limiti dell’energia immessa”, ciò significa nei limiti del valore economico dell’energia precedentemente immessa in rete; si tratta di fatto di una compensazione economica tra prelievi e immissioni di elettricità “da” e “per” le rete elettrica.
In alternativa a questa soluzione, si può optare per il ritiro dedicato, o vendita indiretta di energia: si tratta della possibilità di vendere l’energia non immediatamente autoconsumata alla rete elettrica tramite il Gestore dei Servizi Energetici che fa da intermediario; il Gse si fa garante dell’acquisto dell’energia immessa in rete, per poi rivenderla al gestore nazionale, e si impegna ad acquistarla dai produttori a prezzi minimi garantiti, che vengono aggiornati annualmente.
Ricapitolando il tutto, nell’optare per questa forma di energia rinnovabile si ha quindi un doppio vantaggio: da un lato si tutela l’ambiente, limitando le emissioni e risparmiando sul consumo di combustibili fossili, dall’altro si ha un ritorno economico, risparmiando sulle bollette. Ora che avete scoperto le basi degli impianti fotovoltaici e di quelli solari termici, potrete approfondire l’argomento e valutare se installarli nella vostra casa, rendendola più green.
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