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Tassa AirBnB: quali regole per pagare?

14 Giugno 2017

Cedolare secca del 21% sugli affitti brevi, B&B ed operatori del turismo nel caos totale. La manovra correttiva della Legge di Stabilità 2017 (articolo 4 del decretop legge 50/2017) ha introdotto novità anche in tema di tassazione per gli affitti brevi derivanti da chi offre per un limitato periodo una casa, un appartamento, o una stanza in locazione – come tipicamente avviene sul noto sito Airbnb – e che dal 1° giugno è stato annunciato dovrebbero essere obbligati al versamento della cedolare secca con aliquota al 21%.

La cosiddetta tassa Airbnb – che però riguarda per tutti gli intermediari nei contratti di affitto, sia che questa attività venga esercitata attraverso portali web sia che avvenga mediante agenzie immobiliari o di intermediazione – scatta quindi in base al testo del decreto che l’ha istituita già sui contratti siglati a partire dal 1° giugno, ovvero sui contratti stipulati a partire da tale data, senza necessità che venga emanata una apposita circolare operativa dell’Agenzia delle Entrate.

A dichiararlo è stata la stessa Agenzia in occasione dell’audizione in Commissione Bilancio della Camera, esprimendo la necessità di chiarire in tempi brevi quali sono i soggetti obbligati al nuovo adempimento. L’Agenzia delle Entrate ha inoltre proposto di estendere la tassa anche alle attività di B&B occasionale, comprensiva di servizi accessori attualmente inquadrati nella categoria di redditi diversi. Ad oggi, però, esattamente a dieci giorni dall’entrata in vigore, nulla si sa su come si dovrebbe applicare questa tassa. La cedolare secca sugli affitti brevi tramite Airbnb e altre piattaforme di intermediazione non si può applicare fino a quando non arrivano i provvedimenti attuativi con le regole per effettuare i versamenti. Ricordiamo che la novità fiscale è contenuta nella *Manovra bis, in vigore dal 24 aprile*, la cui legge di conversione sta ultimando l’iter parlamentare.

La nuova legge impone una tassa del 21% sugli affitti fino a 30 giorni, anche tramite portali telematici. Si tratta di una cedolare secca applicata, in base al testo della norma, a decorrere dal primo giugno 2017. In realtà però mancano ancora i decreti applicativi dell’Agenzia delle Entrate, che dovranno fissare codici tributo e procedure per versare la ritenuta.

I portali telematici, come Airbnb o Booking, trattengono direttamente la tassa, comportandosi come sostituti d’imposta. Fanno altrettanto gli intermediari, che come i gestori dei portali trasmettono i dati relativi ai contratti di affitto breve conclusi per il loro tramite entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello a cui si riferiscono i predetti dati. Quando incassano direttamente i canoni o i corrispettivi relativi ai contratti di affitto breve operano, in qualità di sostituti d’imposta, una ritenuta del 21% sull’ammontare all’atto del pagamento.

La stessa ritenuta viene applicata anche quando l’affitto avviene attraverso un intermediario, che a sua volta si comporta come un sostituto d’imposta.

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