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Come utilizzare il sottotetto?

10 Agosto 2015

Abitare in città spesso significa avere a che fare con il problema degli spazi: quante volte capita, infatti, di desiderare una stanza in più, per ottenere una nuova camera da letto, uno studio oppure un ambiente di servizio.

Ovviamente non si può utilizzare la bacchetta magica e trovare al volo una via d’uscita, ma per qualcuno la soluzione potrebbe essere non troppo difficile da realizzare: si tratta di riuscire a sfruttare il sottotetto.

Se abitate in una casa indipendente il primo problema da affrontare non si pone, ma se invece risiedete in un condominio bisogna subito chiarire di chi è la proprietà del sottotetto: se non è indicato negli atti catastali come parte comune o non è stato frazionato tra i differenti proprietari del condominio, automaticamente diventa di proprietà dell’appartamento dell’ultimo piano.

La possibilità di utilizzare il sottotetto, ovvero lo spazio sotto la copertura, rientra in un’attività di riqualificazione edilizia ed è quindi ammessa in tutto il territorio italiano, pur presentando limiti e obblighi differenti nelle varie regioni: bisogna quindi informarsi sulle altezze e sulle luminosità minime richieste per poter ottenere l’abitabilità; i limiti variano e, per esempio, per bagni e corridoi sono ammesse altezze minori e lo stesso strappo alla regola avviene per le abitazioni montane, dove i tetti sono molto inclinati.

A seconda della regione l’altezza richiesta varia dai 2 metri ai 2,4 metri, mentre, se la falda del tetto è inclinata, si calcola l’altezza media ponderale, che prevede la media delle diverse altezze del soffitto al di sopra dei 150 centimetri da terra. Se vi rendete conto che non avete a disposizione un’altezza sufficiente, non disperatevi subito: in Lombardia e in alcune altre regioni è infatti prevista la possibilità di sopraelevare il tetto per raggiungere le altezza minime prescritte.

Se decidete di imbarcarvi in questa avventura, una volta realizzato il progetto con dei professionisti dovrete provvedere a presentare una pratica edilizia in Comune, che presuppone il pagamento degli onori di urbanizzazione per la superficie recuperata. Per poter rialzare la copertura bisogna inoltre tenere presenti i rapporti aeroilluminanti, assicurando il necessario apporto di aria e luce all’ambiente: una soluzione è quindi quella di aggiungere nuovi lucernari sulla falda; al momento esistono dei modelli altamente tecnologici che permettono di ottenere il massimo comfort termico grazie a dei vetri basso emissivi, che limitano quindi la dispersione del calore.

Se effettuerete questo intervento entro il 31 dicembre 2015 potrete inoltre usufruire di alcuni benefici fiscali: è infatti prevista la detrazione dall’Irpef del 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione di abitazioni e parti comuni di edifici residenziali situati nel territorio dello Stato; il tetto massimo della spesa deve essere di novantaseimila euro per ogni immobile sul quale vengono eseguiti gli interventi di recupero edilizio, da suddividere in dieci anni.

Ciò è possibile perché la legge prevede gli sgravi fiscali per gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia: il recupero dei sottotetti rientra esattamente nella categoria del restauro.

A questo punto potete seriamente prendere in considerazione la possibilità di ampliare la vostra casa verso l’alto: non vi resta che iniziare a progettare l’utilizzo degli spazi e immaginare come potrebbe essere il risultato finale.

Con un po’ di pazienza e un po’ di fantasia accontenterete le esigenze di tutta la famiglia.

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