Fisco: le stangate per le imprese
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27 Febbraio 2017
Siamo ormai ad una nuova svolta per il costo del denaro.
O se vogliamo dirla guardando da una prospettiva di opportunità, siamo un po’ alle ultime occasioni. La spinta della Banca centrale europea, la Bce, che tanto ha fatto negli ultimi tre anni per favorire la ripresa economica (basta pensare alla messa in campo della misura del QE, il Quantitative Easing) sembra aver rallentato la sua efficacia. La lenta ripresa economica è un dato di fatto.
E l’effetto più immediato lo si misura, quello sì, dalla ripresa dell’andamento del costo dei mutui, a cominciare da quelli a tasso fisso di interesse. Sembra essere finita, infatti, l’epoca dei tassi di interesse dei mutui ai minimi storici: a gennaio 2017 i tassi fissi offerti dalle banche sui mutui per l’acquisto di un immobile sono saliti, pur rimanendo sempre bassi, mentre quelli a tasso variabile per ora sono ancora stabili.
Una ripresa dei tassi di interesse era tuttavia prevedibile: il 2016 è stato caratterizzato da valori storicamente al minimo per i costi dei finanziamenti, con tassi variabili sotto l’1% e tassi fissi intorno all’1,50%, pertanto un rialzo era da mettere in conto.
Più nel dettaglio, secondo le prime previsioni, non si prevedono grandi cambiamenti almeno per un paio di anni per il tasso Euribor, che misura il costo del denaro per le brevi durate e al quale sono legati i mutui a tasso variabile, mentre a cambiare sarà soprattuto l’Eurirs a dieci anni, al quale sono legati i mutui a tasso fisso. Cambiamenti al rialzo già in atto, la lenta risalita era già iniziata nel corso del 2016, per poi produrre effetti a partire da quest’anno.
Questo andamento potrebbe proseguire nei prossimi mesi per effetto della combinazione di alcuni fattori, tra i quali la diminuzione per tutto il 2017 dell’importo del Quantitative Easing della BCE, l’operazione con la quale la Banca centrale europea acquista di titoli di Stato dalle banche con lo scopo di immettere nuovo denaro nell’economia incentivando i prestiti bancari verso le imprese e facendo crescere l’inflazione. Dall’operazione di QE dipendeva infatti anche il calo dei tassi di interesse su mutui e prestiti.
Ora però la Bce ha tracciato un quadro di progressiva ripresa dell’economia decidendo di conseguenza di ridurre gli interventi in questa direzione. Una ripresa comunque lenta, alla quale fa da contraltare una lenta risalita dei tassi dei mutui: nel 2017 accendere un mutuo continuerà ad essere di gran lunga più conveniente degli anni passati e altrettanto favorevole sarà cambiare mutuo con la surroga.
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